Immunoterapia oncologica
Aggiornamento in Medicina
Dallo studio KEYNOTE-024 è emerso che Pembrolizumab ( Keytruda ) ha esteso, in modo significativo, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia a base di Platino nei pazienti naive al trattamento ( mai trattati ) con tumore polmonare non a piccole cellule avanzato, con alta espressione di PD-L1.
Pembrolizumab è apparso anche meglio tollerato.
La chemioterapia a base di Platino è lo standard di cura per i pazienti con tumore NSCLC avanzato, che non presentano alterazioni oncogeniche richiedenti terapia mirata.
Pembrolizumab, un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 umanizzato diretto contro PD-1, ha dimostrato un’alta efficacia particolarmente nei pazienti i cui tumori esprimono PD-L1.
Hanno preso parte allo studio di fase 3, randomizzato, in aperto, KEYNOTE-024, 305 pazienti mai trattati con carcinoma del polmone non-a-piccole cellule in fase avanzata con espressione di PD-L1 su almeno il 50% delle cellule tumorali.
I pazienti eleggibili non avevano traslocazione del gene ALK, nessuna mutazione sensibilizzante di EGFR, nessun trattamento delle metastasi cerebrali e nessuna malattia autoimmune attiva.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a 200 mg di Pembrolizumab ogni 3 settimane oppure chemioterapia a base di Platino scelta dallo sperimentatore.
Il trattamento è continuato fino a progressione della malattia. Ai pazienti assegnati alla chemioterapia, la cui malattia era progredita, era permesso passare al trattamento con Pembrolizumab.
Endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione, valutata in cieco mediante revisione radiologica centrale indipendente.
La sopravvivenza globale, il tasso di risposta obiettiva e la sicurezza erano endpoint secondari.
Pembrolizumab ha prodotto significativi miglioramenti della sopravvivenza mediana libera da progressione ( 10.3 mesi vs 6 mesi; HR=0.5; IC 95%, 0.37-0.68 ), della sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi ( 62.1% vs 50.3% ), della sopravvivenza mediana globale ( HR=0.6; IC 95%, 0.41-0.89 ), della sopravvivenza globale a 6 mesi ( 80% vs 72%; HR = 0.6 ) e della sopravvivenza globale a 12 mesi ( 70% vs 54% ).
E’ stato riportato un più alto tasso di risposta ( 44.8% vs 27.8% ) e una più lunga durata mediana della risposta ( non-raggiunta vs 6.3 mesi ) tra i pazienti trattati con Pembrolizumab.
Un numero inferiore di pazienti assegnati a Pembrolizumab ha manifestato eventi avversi correlati al trattamento di qualsiasi grado ( 73.4% vs 90% ), così come eventi avversi correlati al trattamento dal grado 3 al grado 5 ( 26.6% vs 53.3% ).
Gli effetti avversi correlati al trattamento osservati nei pazienti trattati con Pembrolizumab sono apparsi in linea con quelli riportati negli studi precedenti. ( Xagena2016 )
Fonte: European Society for Medical Oncology ( ESMO ) Congress, 2016
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