Immunoterapia oncologica
Aggiornamento in Medicina
Durvalumab ( Imfinzi ) ha prolungato la sopravvivenza globale tra i pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in stadio III, non-operabile, localmente avanzato che non ha progredito dopo chemioradioterapia, in base ai risultati dello studio di fase 3, multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, PACIFIC.
La progressione della malattia è comune dopo chemioradioterapia, con tassi di sopravvivenza globale ( OS ) a 5 anni dal 15% al 30%, e una sopravvivenza globale mediana non-superiore a 28 mesi.
Sebbene studi precedenti abbiano valutato la terapia sistemica dopo che i pazienti hanno raggiunto il controllo della malattia con chemioradioterapia, queste terapie sono risultate in gran parte inefficaci.
Evidenze precliniche avevano indicato che la chemioradioterapia aumenta l'espressione di PD-L1 nelle cellule tumorali; questo si può tradurre in un miglioramento dell'efficacia di un successivo trattamento con inibitori di PD-L1.
L'analisi precoce degli esiti riferiti dal paziente dello studio PACIFIC aveva mostrato che Durvalumab estende la sopravvivenza libera da progressione, rispetto al placebo.
L'analisi corrente ha incluso i dati aggiornati sull'endpoint primario secondario della sopravvivenza globale.
Gli endpoint secondari includevano il tempo al decesso o le metastasi a distanza, il tempo necessario per la seconda progressione, la sopravvivenza globale a 2 anni e la sicurezza.
Lo studio in doppio cieco ha coinvolto 709 pazienti trattati in 235 Centri in 26 Paesi.
473 pazienti sono stati assegnati casualmente a 10 mg/kg di Durvalumab per via endovenosa ogni 2 settimane, mentre 236 pazienti hanno ricevuto placebo.
I pazienti sono stati arruolati indipendentemente dallo stato di PD-L1 e sono stati stratificati per sesso, età e storia di fumo.
Il follow-up mediano era di 25.2 mesi ( intervallo, 0.2-43.1 mesi ).
E' emersa una percentuale di sopravvivenza globale a 2 anni pari al 66.3% ( 95% CI, 61.7-70.4 ) tra i pazienti trattati con Durvalumab rispetto al 55.6% ( 95% IC, 48.9-61.8; P a due code = 0.005 ) tra quelli assegnati al placebo.
Durvalumab ha presentato una sopravvivenza globale significativamente prolungata ( hazard ratio stratificato per mortalità, HR= 0.68, IC 99.73%, 0.47-0.99 ), indipendentemente dall'espressione di PD-L1.
I dati aggiornati sulla sopravvivenza libera da progressione sono risultati simili a quelli precedentemente riportati.
La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata pari a 17.2 mesi con Durvalumab rispetto a 5.6 mesi con placebo ( hazard ratio stratificato per progressione della malattia o mortalità, HR= 0.51, IC 95%, 0.41-0.63 ).
Il tempo mediano alla morte o alla comparsa di metastasi a distanza è stato di 28.3 mesi con Durvalumab rispetto a 16.2 mesi con placebo ( HR stratificato = 0.53, IC 95%, 0.41-0.68 ).
Eventi avversi di grado 3 o di grado 4 di qualsiasi causa si sono verificati nel 30.5% dei pazienti nel braccio Durvalumab rispetto al 26.1% del braccio placebo.
L'interruzione del trattamento a causa di eventi avversi si è verificata nel 15.4% di quelli assegnati a Durvalumab rispetto al 9.8% di quelli assegnati al placebo. ( Xagena2018 )
Fonte: International Association for the Study of Lung Cancer’s World Conference on Lung Cancer, 2018
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