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Tumore prostata

Carcinoma uroteliale metastatico refrattario: maggiore efficacia dell’anti-PD-L1 Avelumab nei pazienti PD-L1-positivi


Uno studio di fase Ib ha mostrato che l’anticorpo monoclonale anti-PD-L1 Avelumab possiede attività antitumorale con un profilo di sicurezza accettabile nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico refrattario alla terapia standard.

Le risposte ad Avelumab sono state osservate nei pazienti con metastasi viscerali, una popolazione associata a una prognosi non-favorevole.

I dati preliminari riguardo all’impiego degli inibitori PD-L1 nel carcinoma uroteliale metastatico hanno evidenziato una incoraggiante attività clinica e un profilo di tossicità favorevole nei pazienti con alta espressione di PD-L1.
L’espressione di PD-L1 sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore è risultata associata a più elevati tassi di risposta.

Lo studio di fase Ib ha arruolato 44 pazienti con tumore uroteliale metastatico confermato istologicamente o citologicamente, che era progredito dopo almeno un trattamento con un regime contenente Platino per la malattia non-operabile o ricorrente oppure nei pazienti non-idonei al trattamento con Cisplatino.

I partecipanti sono stati trattati con Avelumab 10 mg/kg come infusione per via endovenosa della durata di 1 ora ogni 2 settimane.

I pazienti non sono stati sottoposti a preselezione per identificare l'espressione di PD-L1.

Il trattamento è continuato fino a progressione, a comparsa di tossicità inaccettabile o al presentarsi di qualsiasi criterio per il ritiro.

La durata media del trattamento è stata di 13 settimane; il numero medio delle dosi somministrate è stato di 6.5.

Il periodo di follow-up è stato di 3.5 mesi.

Un totale di 16 pazienti è rimasto in trattamento.

Sono state riscontrate 7 risposte ( 15.9% ) sulla base dei criteri RECIST; di queste 1 era risposta completa e 6 risposte parziali.
La durata mediana della risposta non è stata raggiunta e 6 pazienti responder su 7 risultavano ancora responder al momento dell’analisi dei dati.

La proporzione di pazienti vivi e liberi da progressione dopo 12 settimane è stata pari a 47.2%.
Otto pazienti ( 18.2% ) hanno presentato un restringimento della massa tumorale di almeno il 30%, anche nei pazienti con metastasi viscerali.

L’attività clinica era associata all'espressione di PD-L1. Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è stato del 40% ( 4/10 ) nei pazienti PD-L1-positivi ( cutoff maggiore o uguale a 5% ) rispetto al 9.1% ( 2/22 ) nei pazienti PD-L1-negativi.

La sopravvivenza mediana libera da progressione non è stata raggiunta nei pazienti PD-L1-positivi; nei pazienti PD-L1-negativi è stata pari a 12 settimane.
La sopravvivenza libera da progressione a 12 settimane è risultata rispettivamente del 70% versus 45.5% per i pazienti PD-L1 negativi.

Gli eventi avversi più comuni osservati con Avelumab sono stati: reazioni correlate all'infusione, fatigue, nausea, astenia, piressia, diarrea e prurito.
In generale, il 59.1% dei partecipanti ha manifestato eventi avversi durante il trattamento, nella maggior parte dei casi di grado 1 o 2. ( Xagena2016 )

Fonte: Genitourinary Cancers Symposium – ASCO, San Francisco, 2016

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